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Laura Bellagamba

RUGIADA del MARE… il Rosmarino

Updated: Dec 1, 2020

Parte 1

Rosmarinus Officinalis L.

FAMIGLIA: Labiatae

Il rosmarino è un arbusto comune allo stato spontaneo in tutte le coste del Mediterraneo. La sua altezza va da circa sessanta centimetri ad oltre due metri. Ha un portamento eretto e molto ramificato, presenta una gran quantità di foglie coriacee, verdi lucide nella parte superiore, bianco-verdi inferiormente. Produce fiori generalmente da maggio ad agosto ed è un arbusto sempreverde.


ORIGINE DEL NOME

Secondo alcuni autori il nome Rosmarino deriverebbe dal latino “rosmarinus”, parola formata da “ros-roris= rugiada” e “maris= del mare”. Alcuni invece deriverebbero il termine da “rosa-rosae= rosa”, con il significato quindi di Rosa del mare. I Greci la chiamavano “Anthos” o Fiore per eccellenza, i Daci “Dracontos” mentre in Francia era conosciuta come “Encensier” per il caratteristico odore simile all’incenso.


TRA STORIA E MITO

Secondo l’antica conoscenza iniziatica Egizia, il rosmarino è espressione del Nono Decano (i Decani sono rappresentati da 36 stelle del cielo a cui era associata un’ora della notte, alternandosi a seconda del periodo dell’anno. L’osservazione di queste stelle fu introdotta per conteggiare le ore della notte. Poiché i giorni dell’anno venivano suddivisi in 36 decadi, cioè 36 periodi di 10 giorni ciascuno, ogni decade era associata a un gruppo di dodici stelle o costellazioni notturne, che si alternavano col passare del tempo.), il suo nome era “Pepisoth”, la sua forma quella di una donna, la quale nella mano destra porta il fulmine (simbolo del fuoco) e nella mano sinistra il simbolo dell’acqua. Essa ha il corpo coperto di piume dalla vita ai piedi ed un diadema sulla testa. Il rosmarino governa le mani.


Secondo Ermete, la pianta del rosmarino appartiene al terzo decano dei Gemelli (nono decano zodiacale) che presiede appunto alle mani.

I Romani lo usavano per incoronare le statuette dei Lari, geni tutelari della casa. il rosmarino anticamente era anche simbolo di felicità. Nei canti nuziali dell’Isola di Creta è acclamato come pianta della “sincerità”.

E’ soltanto nel 1500 che si cominciano a distillare “ufficialmente” i fiori del rosmarino con l’alcol e sempre in questo periodo viene composta la famosa “Acqua della Regina d’Ungheria” , moglie di Carlo I. La formula e gli effetti di questa preparazione vennero decantati dalla Regina stessa che attribuì la ricetta ad “un angelo” per averla guarita e ringiovanita tanto da essere, all’età di 72 anni, chiesta in moglie dal re di Polonia.


Un altro rimedio eccezionale a base di rosmarino è “l’Aceto dei Quattro Ladri”, che apparve per la prima volta durante la peste di Tolosa tra il 1628 e il 1631. Viene riportato nei registri della città che quattro ladri vennero presi mentre rubavano nelle case degli appestati senza che ne venissero contagiati. Furono torturati e costretti a rivelare il segreto che li teneva lontano dal contagio, ma una volta svelato furono uccisi.

Un vero e proprio tonico con il rosmarino fu ottenuto da Caterina Sforza, signora di Forlì, che lo chiamò “Acqua Celeste”; quest’acqua fu ottenuta distillando tre volte oltre al rosmarino, numerose erbe tra le quali la salvia, il basilico, il garofano, la menta, la noce moscata, il sambuco, il ginepro, la cannella, le rose bianche e rosse, l’anice e l’incenso.


To be continued....


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